Il processo (anzi i processi) stanno diventando digitali. Bene!!
Tuttavia con i 20anni di sperimentazione stratificata il sistema nasce vecchio: complesso, ridondante, poco usabile e dispendioso per lo Stato e per gli Avvocati. In sintesi: complicato.
La chiave del successo di un sistema simile sarebbe la semplicità, che evita problemi inutili. Problemi che nel nostro settore rischiano di trasformarsi in una soverchiante mole di contenzioso da processo telematico.
A mio avviso il problema di fondo è dato dal fatto che si è voluto dare un vestito digitale a ciò che era cartaceo.
Ne ho già scritto qui con riferimento al PCT e qui con riferimento al PTT sempre, disperatamente, paragonandoli alla bellezza quasi ZEN del sistema e-curia attraverso il quale è stato realizzato il processo telematico alla Corte di Giustizia Europea.
Oggi in pieno spirito “be the change you want to see in the world” gandhiano vorrei provare a fare un passo in più e proporre ai colleghi interessati di creare uno o più gruppi di lavoro, coordinandoci per un opera di brainstorming/pre-redazione/redazione e poi di lobbying, per vedere se riusciamo a produrre qualcosa di completo.
In altre parole, ora che stanno partendo il PCT, PAT e PTT 1.0 dopo una fase Alfa “solo” pluridecennale, mi piacerebbe trovare dei colleghi disposti a iniziare a lavorare su un progetto di piattaforma (normativa, s’intende) applicabile sia al PCT, che al PTT che al PAT, che al processo in Cassazione. Insomma, un Piattaforma normativa per il processo Telematico 2.0. che sia davvero semplice.
Peraltro, mi ripeto, basterebbe ispirarsi al modo in cui funziona il sistema E-curia della Corte di Giustizia UE.
Provo a buttare giù alcuni
SPUNTI PER IL DIBATTITO
Parto dal PCT perché è il più “difficile”, per il PAT, PTT sarebbe molto più semplice (la controparte è [quasi] sempre pubblica e ha la PEC). Sul PPT chiedo ai colleghi penalisti non sapendo nulla della telematizzazione del processo di procedura penale.
La principale modifica, cardine su cui dovrebbe ruotare tutto il nuovo sistema, è che la notifica ad opera della parte venga proprio eliminata.
Gli atti processuali dovrebbero essere tutti depositati nel sistema.
Sarebbe poi il sistema a doversi far carico delle notifiche.
Per come lo immagino io il sistema dovrebbe essere impostato (e i codici di procedura opportunamente riscritti) in questo modo:
(meglio ripeterlo: sono solo spunti per il dibattito)
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Il ricorrente dopo l’accesso (con username e pw) dovrebbe essere messo in condizione di compilare su un form online i dati che oggi inseriamo nella nota di iscrizione a ruolo.
La seconda fase dovrebbe essere quella di “upload”, nella quale caricare sul sistema il ricorso, gli allegati (e in questo modo i problemi di eccesso di peso in MB delle PEC sono eliminati) e la procura (in semplice pdf) anche se scansione di procura cartacea con firma fisica del cliente.
A conclusione di tale procedimento il difensore del ricorrente dovrebbe poter effettuare formalmente il “deposito” attraverso con un click che richiede il suo certificato di firma digitale.
Il “deposito” siffatto di ricorso e allegati effettuato attraverso l’uso di firma digitale dovrebbe essere equiparato normativamente alla firma dell’atto depositato e autentica della procura, nonché attribuire valore di “originale” all’atto depositato.
Chi in questi mesi ha avuto a che fare con il PCT si renderà subito contò della semplice e geniale eleganza di questa scelta normativa (e dei risparmi di tempo e denari pubblici e privati che comporterebbe). Soluzione elaborata non certo da me ma dalla Corte di Giustizia UE, la quale peraltro accetta l’uso di user e pw (senza firma digitale né PEC; si vedano gli art. 3 e 6 della Decisione della Corte del 13 settembre 2011 relativa al deposito e alla notifica di atti di procedura mediante l’applicazione e-Curia).
A conclusione del “deposito” dovrebbe essere rilasciata al depositante una ricevuta con codice univoco indicante numero di ruolo e data di deposito.
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A questo punto il sistema:
- se il convenuto è titolare di partita IVA provvede a inviargli una PEC (il ricorrente l’avrà cercata su INI-PEC e inserita nel modulo inizialmente compilato) che gli invia il pdf del ricorso (senza allegati) e lo avvisa della necessità di rivolgersi a un avvocato e delle eventuali scadenze (il difensore del convenuto potrà poi identificarsi e scaricare gli allegati dal sistema); In realtà basterebbe inserire nella PEC a) un avviso dell’importanza della comunicazione e le istruzioni per scaricare il ricorso; b) un link univoco e c) una password.. ma non lo suggerisco per non essere preso per eretico.
- se il convenuto è un privato il ricorrente inserirà l’indirizzo al quale l’UNEP (o anche direttamente le poste) provvederà a inviare (dopo averla stampata) una copia del ricorso (anche in questo caso con lettera di accompagnamento che indica la necessità di rivolgersi a un avvocato per costituirsi, e le eventuali scadenze; anche in questo caso gli allegati saranno scaricabili dal difensore del convenuto). Anche in questo caso, in realtà basterebbe notificare un foglio con su stampato a) un avviso dell’importanza della comunicazione e le istruzioni per scaricare il ricorso; b) un link univoco e anche un quadcode per fare i moderni; c) una password.. ma anche qui non lo suggerisco per non essere preso per eretico. (PS:in realtà sarebbe tutto pronto. Il Comune di Roma lo fa da anni con i certificati scaricabili dal sito, usando il contrassegno elettronico. E da qualche tempo sul punto c’è anche una circolare AGID ).
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Qualcuno non mi ricordo quando né dove mi ha raccontato che nel sistema del Processo Telematico Spagnolo: si “flaggano” gli allegati del primo grado che si vogliono inserire nel fascicolo d’appello direttamente dentro la pagina del sistema nella quale c’è il fascicolo. Il giudice d’appello se lo ritiene può aggiungerne altri. Mi sembra un modo intelligente di gestire la cosa. Se qualcuno ne sa di più o ha delle fonti da leggere è invitato a segnalarle.
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Proviamo a immaginare insieme il processo telematico 2.0?
Il proviamo a immaginare include anche suggerimenti sul come. Wiki, google doc condivisi, gruppi su FB, etc. Suggerimenti a 360 gradi sono benvenuti.
Chi è interessato può contattarmi via twitter, Facebook o Google+ oppure commentando questo post.
Interessante l’idea di un tavolo informatico per elaborare un sistema funzionale del PCT … sicuramente, il primo passo è la semplificazione dei riti con eliminazione della citazione e la previsione dell’introduzione del giudizio sempre e solo con ricorso. In tal modo l’iscrizione a ruolo sarebbe semplice (come per i decreti ingiuntivi) e la cancelleria o la parte istante potrebbe farsi carico delle notifiche senza particolari difficoltà scaricando dal sistema il ricorso e il decreto di fissazione di udienza da notificare in cartaceo o via pec.
Esatto Alessandro. L’eliminazione della citazione l’ho data per implicita, ma hai fatto bene a specificarlo.
Potessi decidere io come fare andrei anche più in la. Trasformerei la notifica del ricorso in una raccomandata “speciale” inviata dall’UNEP (ovviamente questo passaggio richiederebbe un investimento del ministero per spiegarlo con spot TV, giornali e internet), con dentro un avviso bello in grande:”se entro 7 giorni non scarichi il documento notificato lo stesso si considera notificato agli effetti dei termini per costituirsi”.
Nella Raccomandata di “avviso di notifica” ci metterei un indirizzo internet e una pw da grattare per scaricare il ricorso (sulla falsariga di quello che alcuni ospedali pubblici stanno facendo per ritirare i referti le analisi mediche), e se vogliamo proprio essere garantisti, anche il diritto di andare in comune e farsi stampare gli atti notificati per coloro che non avessero accesso a un computer.
PS:Scusa se non ho “sbloccato” subito il tuo commento ma l’area commenti del blog era sotto attacco spam e me l’ero perso.